Corso di formazione ECM gratuito: “EMDR un approccio trasversale nel trattamento del Trauma”. FAD asincrona fruibile fino al 31/12/2025. Attribuiti 5 crediti ECM a psicologi e medici.
Corso di formazione ECM gratuito è proposto da formazionecontinuainpsicologia
OBIETTIVI DELLA FORMAZIONE
- Esplorare il ruolo della relazione terapeutica come fattore di protezione nell’EMDR.
- Approfondire l’applicazione dell’EMDR all’età evolutiva, focalizzandosi sulla vergogna come elemento transdiagnostico.
- Analizzare le potenzialità dell’EMDR nel lavorare con le risorse personali e interpersonali durante tutte le fasi del protocollo.
- Approfondire l’uso dell’EMDR nei grandi traumi e nelle situazioni di emergenza.
- Discutere il ruolo dell’EMDR nel trattamento dei disturbi di personalità.
- Indagare la possibilità di utilizzare l’EMDR con pazienti neurodivergenti.
- Esaminare l’applicazione transculturale dell’EMDR nel lavoro con richiedenti asilo.
PROGRAMMA
Relazione terapeutica e EMDR come fattore di protezione
- Esplorazione del ruolo della relazione terapeutica nel favorire un processo di elaborazione sicuro.
- Focus su come l’alleanza terapeutica potenzia gli effetti dell’EMDR.
Durante questo primo intervento si esplorerà il ruolo fondamentale della relazione terapeutica nell’elaborazione del trauma con EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
La relazione terapeutica è uno degli elementi chiave per garantire un’elaborazione sicura e protetta dei vissuti traumatici, creando uno spazio emotivamente sicuro in cui il paziente possa affrontare le proprie esperienze dolorose.
Un focus particolare sarà dedicato, tenendo anche conto degli insegnamenti in tal senso di Giovanni Liotti, all’importanza dell’atteggiamento del terapeuta, alla sua capacità di mantenere calma e sicurezza, e come queste qualità influenzino la percezione di sicurezza del paziente.
Un terapeuta che trasmette tranquillità, competenza e stabilità è essenziale per ridurre l’ansia del paziente, che spesso percepisce egli stesso l’EMDR come una prestazione difficile da eseguire. Verrà analizzato come una solida alleanza terapeutica, basata su fiducia, empatia e presenza rassicurante, potenzi quindi la capacità del paziente di affrontare il trauma senza rischiare rivittimizzazioni.
Inoltre, si discuterà di come il rafforzamento della relazione terapeutica e la sicurezza percepita possano accelerare e rendere più efficace il processo di rielaborazione, portando a una risoluzione più rapida e duratura dei traumi. Concludendo, si rifletterà sul potenziale di questa combinazione di fattori per migliorare la qualità del trattamento e la protezione emotiva del paziente lungo tutto il percorso terapeutico.
La vergogna: da emozione taciuta a protagonista nel lavoro clinico sul trauma
- Analisi del ruolo della vergogna in diversi disturbi nei bambini e negli adolescenti.
- Strategie per affrontare la vergogna attraverso il protocollo EMDR.
La teoria dell’attaccamento e gli studi di approccio cognitivo evoluzionista offrono una solida cornice teorica per comprendere come il funzionamento mentale dell’individuo sia regolato dall’attivazione di sistemi motivazionali interpersonali (SMI). Questi sistemi rappresentano attività mentali complesse e in gran parte inconsce, che organizzano i comportamenti diretti verso specifiche mete (Bowlby, 1969, 1982).
Le reti neurali responsabili dell’attivazione degli SMI risiedono nel sistema limbico e regolano le interazioni tra i membri di un gruppo sociale.
Gli etologi hanno individuato alcune varianti universali di questi comportamenti, tra cui quelli finalizzati alla definizione del rango sociale, descritti all’interno del sistema agonistico.
La vergogna si colloca proprio nella sub-routine di resa del sistema agonistico. Studi recenti (Mills et al., 2008) evidenziano come i bambini che vivono frequenti e ripetute esperienze di vergogna presentino livelli di cortisolo significativamente più alti rispetto alla media. Questo dato sottolinea la correlazione tra vergogna, stress elevato e capacità limitate di affrontare le difficoltà in modo funzionale. Ulteriori ricerche (Amster & Vernon, 2008) hanno inoltre riscontrato intense esperienze di vergogna in soggetti che presentano sintomi ascrivibili al Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD).
La vergogna, per sua natura, ostacola la condivisione del vissuto traumatico. Definita da Rycroft (1970) “la cenerentola delle emozioni spiacevoli,” la vergogna rischia di restare invisibile, con il potenziale di compromettere il setting terapeutico se non adeguatamente riconosciuta. Per questo, è essenziale che il terapeuta sia consapevole della sua presenza, anche quando si manifesta in modo implicito e difficile da rilevare.
EMDR e risorse: Dal bisogno primario di stabilità e sicurezza al consolidamento e potenziamento delle risorse nelle peak performance
- L’importanza della fase di preparazione e stabilizzazione nella terapia EMDR e le diverse declinazioni del protocollo di sviluppo e installazione delle risorse.
- Il protocollo di potenziamento delle risorse nelle peak performance
La terapia EMDR, così come altri approcci terapeutici focalizzati sul trauma, dedica una parte importante del trattamento alla fase di preparazione del paziente.
Sappiamo che l’elaborazione delle esperienze traumatiche alla base della psicopatologia dei pazienti determina come risultato non solo la risoluzione del nodo traumatico ma anche una crescita e un potenziamento dello stato dell’Io, parallelamente a una maggiore stabilità e centratura. Tuttavia, prima di accedere al “cuore” del problema bisogna sempre valutare le risorse interne del paziente, tra cui la capacità di reggere l’impatto con la memoria traumatica e la capacità di affrontare la ri-esposizione all’evento senza rischiare di esserne emozionalmente sopraffatto o di attivare una disconnessione emotiva.
Il potenziamento delle risorse del paziente, unitamente alla costruzione di una solida relazione terapeutica aiutano a mantenere il livello di attivazione all’interno della cosiddetta “finestra di tolleranza”.
A tal fine, lo sviluppo e l’installazione delle risorse ha rappresentato da sempre una procedura importante nella terapia di desensibilizzazione e rielaborazione dei movimenti oculari (EMDR). Negli anni sono state sviluppate e descritte alcune varianti procedurali a seconda della tipologia di pazienti e delle loro diverse esigenze, sia in ambito clinico che in ambito sportivo e lavorativo.
L’obiettivo di questa presentazione è quello di illustrare quando e perché utilizzare l’installazione delle risorse nel corso delle 8 fasi che caratterizzano la terapia EMDR e quali sono i principali e più recenti protocolli di Installazione delle risorse utilizzati sia in ambito clinico che nell’area delle peak perfomance in ambito lavorativo e sportivo.
Il contributo dell’EMDR nelle ferite di comunità. Il triplice omicidio di Paderno Dugnano: esperienza e riflessioni
- Psicologia dell’Emergenza ed EMDR: integrazioni possibili
- Intervento multilivello in emergenza: il ruolo dell’EMDR di gruppo
Il triplice omicidio consumato a Paderno Dugnano ha coinvolto e sconvolto tutta la comunità.
Nel caso di un crimine efferato con due minori coinvolti, la traumatizzazione diventa collettiva e coinvolge un’ampia fetta della popolazione: genitori, professori e adolescenti in primis. È quindi opportuno pensare e costruire sartorialmente un intervento di supporto psicologico capillare e che possa raggiungere la sofferenza di molte persone.
La Psicologia dell’Emergenza si prefigge di comprendere e affrontare le sfide psicologiche che emergono in momenti critici, offrendo un sostegno indispensabile per la resilienza individuale e comunitaria.
Come vedremo nella presentazione l’EMDR utilizzato in gruppo rappresenta una risorsa preziosa, soprattutto se integrata in un intervento multilivello di ampio respiro.
L’ EMDR come alleato nei traumi complessi e nei disturbi di personalità: adattamenti del protocollo EMDR per esigenze specifiche
- Lavoro con traumi complessi e disturbi di personalità.
- Adattamenti del protocollo EMDR per esigenze specifiche.
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una terapia psicotraumatologica che si è dimostrata efficace nel trattamento di una vasta gamma di disturbi legati a esperienze traumatiche. Negli ultimi anni, l’interesse si è focalizzato sull’applicazione dell’EMDR nel trauma complesso e nei disturbi di personalità, caratterizzati da traumi ripetuti e pervasivi durante lo sviluppo.
Il trauma complesso può portare a una frammentazione dell’identità, difficoltà nella regolazione delle emozioni e delle relazioni interpersonali. L’EMDR, attraverso la stimolazione bilaterale, facilita il riprocessamento delle memorie traumatiche, consentendo all’individuo di elaborare le emozioni associate e di integrare le esperienze negative in una narrativa più coerente promuovendo così uno sviluppo più sano dell’identità e delle relazioni.
Nei disturbi di personalità, l’EMDR può essere particolarmente utile nel trattare schemi relazionali disfunzionali, impulsività e difficoltà nella regolazione emotiva.
Verrà descritto l’approccio trifasico nel trattamento della traumatizzazione complessa, come lavorare con la struttura di personalità e con le difese e come integrare specifiche tecniche al protocollo standard.
EMDR e neurodivergenze: Un incontro possibile?
L’EMDR è una terapia ampiamente utilizzata per l’elaborazione dei traumi, ma come può essere adattata per le persone neurodivergenti, come autistici, ADHD e plusdotati?
L’EMDR favorisce l’elaborazione di traumi relazionali e traumi secondari nei contesti scolastici e sociali, spesso presenti in individui neurodivergenti, promuovendo una maggiore consapevolezza di sé e un miglioramento del benessere emotivo.
Questo intervento esplora le principali sfide e opportunità nell’applicazione dell’EMDR in individui con profili neurodivergenti.
Verranno approfonditi:
- le difficoltà di accesso alle emozioni e di interocezione, la necessità di un maggiore lavoro preliminare sulle emozioni e sulla sicurezza, la gestione delle sensazioni fisiche intense durante e dopo le sedute di EMDR negli individui autistici;
- le difficoltà di concentrazione sulle emozioni, la rapida disregolazione emotiva, la necessità di adattare la durata delle stimolazioni bilaterali nell’ADHD;
- la tendenza all’intellettualizzazione e al perfezionismo, l’alta sensibilità emotiva e sensoriale, la complessità cognitiva che può interferire con l’elaborazione lineare del trauma nei plusdotati.
Verranno quindi affrontati gli adattamenti necessari per rendere il trattamento più accessibile ed efficace, per:
- Facilitare l’accesso e la regolazione delle emozioni.
- Gestire il sovraccarico sensoriale e il post-sessione, riducendo il rischio di crisi disregolative.
- Costruire una relazione terapeutica basata su empatia e fiducia, fondamentale per persone che spesso hanno vissuto esperienze di esclusione o incomprensione.
Il trauma dell’abbandono delle origini e strategie per affrontarlo: Uso dell’EMDR con popolazioni migranti e richiedenti asilo
- Il trauma dell’abbandono delle origini e strategie per affrontarlo.
- Uso dell’EMDR con popolazioni migranti e richiedenti asilo.
Rifugiati e richiedenti asilo sono una popolazione esposta a molteplici esperienze avverse fonte di stress continuo.
La maggior parte di loro ha subito eventi traumatici e quando arrivano in Europa hanno molte incertezze riguardo il loro futuro.
Diversi Studi dimostrano come la probabilità di sviluppare il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) cresce con l’esposizione a eventi traumatici, con l’aumento di memorie immagazzinate in modo disfunzionale.
Nella presentazione verrà trattata la presa in carico di una utenza diversificata dal punto di vista culturale ed etnico, e le problematiche connesse alla violenza sessuale e di genere. Si parlerà di come favorire la stabilizzazione e promuovere la resilienza utilizzando una specifica metodologia di intervento: il trattamento di gruppo con l’EMDR.
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